Per chi pretendesse estrema chiarezza da questo testo, diciamo subito che in area creativa i discorsi chiari sono riservati alle persone limitate; una frase o un’espressione che ha un solo significato è veramente una natura morta – noi con voi andremo oltre; del resto, una delle rare lezioni che potremmo ritenere dalla poesia passata ci fa comprendere che quanto più ricco è stato il significante, il tessuto interpretativo, tanto maggiore è stato il suo messaggio.
Ciò detto introduciamo, perché la parola… perché proprio un manifesto. Il primo non voleva essere tale e così fu chiamato; questo secondo lo definiamo così e forse non sarà. Si fanno se si ha qualcosa da dire o da precisare. L’uno e l’altro, più l’altro che l’uno. La verità esiste per chi non vi conta, nasce come la perfezione (anch’essa non esiste per chi… ) dalla somma estrema, simultanea, parossistica di contraddizioni in rivolta. Non ci ripeteremo mai, ci ripetiamo ora per dire che il nostro punto principale è ribadire ciò che è stato espresso nel 1980 col primo, segnatamente a) la necessità di riconoscere la realizzazione del linguaggio universale. Uno dei fondamenti dell’Ini è la fonetica internazionale; b) il superamento univoco degli Ismi precedenti. E basterebbe. Ripetiamo e facciamo nostre le nostre idee, condannando in contumacia la ripetizione e concedendo una proroga a quel luogo non divenuto ancora comune. Se nel mondo qualcuno avesse espresso qualcosa di analogo (senz’altro sarà accaduto) non lo consideriamo neppure, molti sono capaci di avere idee, l’importante è battersi per queste. In otto anni abbiamo visto e vedremo.
Dichiariamo conclusa la nostra fase pionieristica e non si parli più di sperimentalismo, lo sperimentalismo è chiuso. Andiamo. Dell’avanguardia resta il nome perché si precede, delle avanguardie facciamo un pacchetto da spedire agli organizzatori delle varie sagre d’agosto, saranno consumate insieme con i nastrini fosforescenti, i pennacchi di chi, in fondo, diverso non è, di chi trova pretesto per sé.
Intervallo
Come sarà (sta per essere) un libro
Prolegomeni o omaggio ad Apollinaire
(in considerazione che questo manifesto prende il nome di “Apollinaria Signa” per la località umbra nella quale è stato redatto, ma anche e non meno – caso oggettivo – per Guillaume Apollinaire)
Apollinaire, morto nel diciotto, scriveva nel suo testamento, Lo spirito nuovo, che il poeta aveva inventato la favola di Icaro realizzata poi dall’ingegnere (aeroplano), quindi occorreva che i poeti inventassero nuove favole, noi vi diamo qualcosa di più : la struttura tecnica del nuovo libro.
Il nuovo libro sarà costituito da una sola pagina formato standard che funzionerà come un normale monitor; sarà certamente di spessore maggiore, ma in compenso il suo peso sarà inferiore a quello di un normale libro. Il lettore che non avrà bisogno di lampade da tavolo o da comodino o di finestre luminose, disporrà sul lato a portata della sua mano destra (o sinistra per i mancini) di una serie di comandi in colonna che potrà impartire sfiorandoli semplicemente con un dito. Potrà così scegliersi corpo e caratteri desiderati, sfogliare le pagine, ingrandire o evidenziare alcuni brani, procedere alla ricerca automatica di nomi o parole, aumentare la luminosità o contrasto dello schermo. Nelle edizioni di lusso o strenne potrà divertirsi con le illustrazioni. Nei libri ini o inisti, sempre con comandi digitalizzati, sulla colonna di destra (sinistra per i mancini) darà via al funzionamento di suoni, profumi etc.
Badate bene, non è solo favola o futuribile molto futuro : chi è informato sa bene che tutti i requisiti tecnici sono già potenzialmente attuabili – mancava solo l’idea e la realizzazione.
Riprendiamo. Nella sala in cui diamo lettura per la prima volta di queste nostre parole, guardate, sono tutti poeti, tu, tu, tu perché non lo credi ? Tu non ricordi ieri sera, la prima idea del mattino, domani, perché credete che quel tizio famoso sia più artista di voi, forse più libero (è possibile). Liberatevi. Da quell’istante sarete poeti.
La poesia non è quella dei manuali, è quella di domani. Non avete idee o propositi nobili da esprimere : tanto peggio, la creazione non si raggiunge con le encomiabili istanze : è la poesia stessa che nobilita. Le migliori pagine delle letterature del passato sono diari di sconfitte, ambizioni, inibizioni, amori mai raggiunti, immaturità rese altamente etiche dalla suprema libertà dei loro autori.
Noi vogliamo e riconosciamo poeti anche quelli che non hanno scritto, grazie al cielo, un solo verso. Faremo antologie in cui, insieme con noi, includeremo uomini senza opere riducibili alla pagina. La letteratura, l’arte, finora prodotte, è già stato detto, sono le cose più stupide e noiose che esistano, nessuno però ha mai provato il nostro disgusto, nessuno come noi ha paura di trovarsi solo, faccia a faccia, poniamo in treno o a casa di un conoscente, con uno che scrive poesie, romanzi, che gli parli di letteratura, che dipinga. Eppure, sapete, ci sono nuove forme di fare, dell’arte del fare (questo vuol dire poetica), facciamole !!!
Il genio dell’uomo, la sua maggiore creatività, purtroppo, non si esprimono nella creazione artistica, l’uomo raggiunge le più alte forme di raffinatezza, manifesta la più tenace volontà, l’ingegnosità più versatile nel complicarsi la vita, ogni giorno studia con capacità rare e indescrivibili i modi più disumani della propria sofferenza : le guerre continue, le prevaricazioni, la distruzione dell’ambiente, le lotte sociali, razziali, di religione pure, per fare gli esempi più grandi; quelli più piccoli sono le rivalità, incomprensioni, vendette nei più ristretti nuclei sociali come le famiglie, gli ambienti di lavoro, il paese. Qui l’uomo esprime il suo più alto grado di genialità, di creatività… appunto nel complicarsi la vita. La creazione cosiddetta artistica, edificante, quella che anticipa consapevolmente e non i risultati scientifici, tecnologici, viene solo dopo. È la famosa lotta tra il bene e il male ? Niente affatto. È che nel male riesce a raggiungere una più ampia azione di libertà e quindi di creatività più pura. Bisogna ridare dunque all’uomo la possibilità di esprimersi in una nuova concezione artistica, liberata dalle convinzioni e limiti del passato affinché possa esprimere il meglio della propria natura.
Tutto è poesia se raccoglie una vasta liberissima espressione del sentire.
@ La poesia non è necessariamente una pagina scritta
@ la poesia può essere anche vista o sentita
@ la poesia è anche profumo e gesto
@ un sonetto può essere anche ipergrafico e far rima con un disegno
@ il poeta può usare indifferentemente penna, pennello, computer o martello, nastro o pellicola
@ il laboratorio delle immagini può essere attrezzato con carrelli da meccanico, tavoli da chimico, monitors e stampanti per l’informatica
@ il martello e la penna sono destinati a essere soppiantati nella quotidianità dal computer, ma così ritroveranno un Âge d’or, perché il loro uso ricomparirà nel rito sacro e non nell’abitudine
@ le parole non saranno più termini convenzionali e riacquisteranno il loro potere magico, evocativo, sacrale. All’inizio era la parola e il poeta ritroverà la parola
@ la parola sarà inedita o avrà sensi inediti
@ ogni parola anche la più vecchia sarà ascoltata per la prima volta
@ ogni piazza, via, boulevard, anche quello di fronte a casa, saranno attraversati per la prima volta; nuovi saranno i volti, gli occhi, anche di quelli che incontriamo da sempre, così le loro voci
@ ogni cosa percepiremo col massimo grado di sensazioni
@ le nostre opere mostreranno sintesi cromatiche musicali
@ saremo sensibilizzati alla simultaneità
@ la simultaneità di visione non sarà più quel motivo di confusione che deriva da una logica imbrigliata che rende schiavi e orbi
@ ancora : il vostro grado di sentirci deriva proprio da quella sensibilità, dal vostro grado di emancipazione
@ comprendete il nostro discorso prima di obiettare
quando l’avrete compreso non obietterete perché sarete intenti a superarci
È quello che vogliamo !!
Gabriel-Aldo Bertozzi Laura Aga-Rossi Angelo Merante
Kiki Franceschi Andrea Chiarantini Giorgio Mattioli
Furio De Mattia Maria Pia Iniello
Apollinare, 2-5 settembre 1987